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martedì 2 maggio 2017

Il problema è che ti amo, di Jennifer L. Armentrout.

Buongiorno, cari!
Riesco finalmente a pubblicare la mia seconda recensione (che era già pronta ma io ero sprovvista di wifi) giusto prima di andare in università. Nell'attesa, durante questo fine settimana, ho iniziato a leggere Shatter Me di Tahereh Mafi. Vedremo come andrà. 
                                                                   
Il titolo originale del libro di cui vi parlerò oggi, "Il problema è che ti amo" è “The problem with forever” (molto più carino della traduzione italiana) pubblicato dalla casa editrice Nord.Della Armentrout (J. Lynn) ho letto “Ti ho cercato” questo Natale ed è stato un libro molto leggero e scorrevole che ho adorato. E ho AMATO il protagonista maschile. Ero totalmente persa per Cam. Fatto sta che dopo aver letto “TIi aspettevo” avrei voluto prendere tutti i libri di quella serie, ma poi ne ho acquistati altri quindi non mi sembrava il caso spendere ulteriori soldini ahhahahahhahahahahahahhahaha #lapovertà

Valutazione★★★★

Titolo: Il problema è che ti amo
Autore: 
Jennifer L. Armentrout
 Editore: Nord
Prezzo: 
16,90 
Pagine: 
444

Trama: Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo. Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, di convincersi di non avere più bisogno di essere invisibile, ma le cicatrici dell’anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare. Ecco perché dover frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia è proprio a scuola che accade l’inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c’è Rider Stark, l’unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'ha protetta dalla violenza del padre affidatario. Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante, una pessima reputazione e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe d’un tempo… un eroe per di più molto affascinante.
Eppure gli anni trascorsi lontano da Mallory hanno segnato profondamente Rider, che ben presto si troverà davvero nei guai. E Mallory sarà la sola a poter fare la differenza. Ma riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?

“Il problema è che ti amo” ha come protagonisti Mallory e Rider, una ragazza e un ragazzo di quasi 18 anni, la cui storia tormentata non potrà far altro che conquistare i vostri cuori.
 Mallory e Rider sono cresciuti insieme per circa 10 anni in quanto furono presi entrambi in affido dalla stessa famiglia quando erano piccoli. La situazione in cui sono cresciuti però non era per niente positiva: per troppo tempo hanno vissuto con poco cibo da mettere sotto i denti, con la paura di dare fastidio e di subirne le conseguenze (e questo voleva anche dire violenza fisica).
 Rider si è sempre fatto avanti per proteggere Mallory, ricevendo trattamenti che dei bambini non dovrebbero nemmeno immaginare.
 In seguito ad un particolare evento però le strade dei due protagonisti si dividono.
 Mallory viene adottata da due affettuosi medici, che riescono a farla sentire finalmente amata, che non le fanno mancare nulla, e che soprattutto vogliono aiutarla a risolvere tutti quei problemi scatenati da un passato così traumatico. La nostra protagonista ha infatti molte difficoltà a relazionarsi con gli altri, e cose che a noi sembrano spontanee come parlare agli amici, le richiedono tanto sforzo. Ma Mallory vuole solo essere normale, e ce la metterà tutta per riuscirci.


Così dopo aver studiato da privatista per quattro anni, Mallory prende la coraggiosa decisione di frequentare l’ultimo anno di liceo prima di andare al college.
 Non avrebbe mai immaginato che proprio lì, alla lezione di comunicazione, avrebbe rincontrato Rider.
 Quasi fin da subito possiamo vedere la familiarità del loro rapporto. Rider conosce tutte le paure e le debolezze di Mallory ed è subito pronto ad intervenire a darle una mano proprio come un tempo, anche al costo di accantonare la sua nuova vita. D’altro canto lei vuole cavarsela da sola adesso: non vuole più rimanere bloccata in un passato che le ha fatto solo male. E nonostante Rider salti fuori proprio da quel passato, portando a galla i ricordi di una terribile infanzia, è decisa a voler passare del tempo con lui. Vuole conoscere il ragazzo che è diventato.


"Era sbagliato, era tutto sbagliato: la speranza e quel bisogno che sentivo. Contare su di lui perché mi portasse via, invece di affrontare la situazione con le mie forze, non era ciò che volevo né ciò che dovevo fare."

Rider ormai è cresciuto, ma non ha perso la sua indole di eroe. E’ intelligente e talentuoso, è bello, alto, muscoloso e quando sorride gli si forma una fossetta (che ci ha fatte cadere tutte ai suoi piedi), che riporta alla mente di Mallory i ricordi del bambino che era stato; una nuova famiglia l’ha preso in affido, ha un lavoretto, degli amici che gli vogliono bene, e ha una ragazza, Paige.

"Mi osservava da sotto le ciglia folte, la testa ancora piegata di lato, e sorrideva, e quella fossetta solitaria mi scongiurava di toccarla. [...] Eravamo soli, io e lui, come tante volte nel passato."

Eppure la sua vita non è migliorata molto, come invece vuole far credere a Mallory: ad averlo preso in affido è una dolce vecchietta, con due nipoti, ed un piccolo stipendio che basta a malapena per tutti. Rider si sente quindi in dovere di guadagnare qualche soldo per poter dare una mano; fino a quando non riesce a trovare un piccolo lavoretto in un’officina, il nostro protagonista si immischia in cattive faccende che lui stesso avrebbe voluto evitare.

 Inoltre le ferite del passato hanno gravato anche sulla sua crescita: Rider pensa ancora di non essere importante per nessuno, pensa di non valere abbastanza perché qualcuno possa credere in lui.
"[...] ma ora ti arrendi proprio nelle cose che contano di più. Come la tua vita."

Il forte sentimento di protezione che li legava quando erano piccoli si trasformerà in un amore incondizionato. 
Mallory e Rider accetteranno di non poter cancellare definitivamente la loro infelice infanzia. Hanno avuto una brutta storia e sono riusciti ad andare avanti solo grazie al supporto che si sono dati a vicenda. A distanza di molti anni si ritroveranno ancora una volta a raccogliere i pezzi l’uno dell’altra, nella speranza di rimarginare quelle profonde ferite provenienti direttamente dal passato.
 Non è facile accettare di avere un problema, soprattutto quando le cause non possono essere facilmente condivise con chiunque. Ma Mallory e Rider l’hanno vissuta insieme, sanno bene come sono andate le cose e proprio come gli ha insegnato la loro esperienza, un dolore condiviso è un dolore dimezzato.


"Sono contento che siamo qui, a vivere questa stranezza."





A mio parere è stata una lettura davvero carina, e la consiglio a chi piace questo genere di storie. Lo stile della scrittrice è molto semplice, niente di eccezionale eh, ma consono al genere YA. 
Non posso ridurre questo libro ad una semplice storiella d’amore nata tra i banchi di scuola, perché sono tanti i messaggi che lascia a fine lettura. La scrittrice affronta serie problematiche, quali l’adozione da parte di famiglie non adatte, la violenza sui bambini, la droga, il modo in cui compagnie e scelte sbagliate possano portare a conseguenze tragiche.
E’ una storia su quanto sia importante prendere la palla al balzo quando la vita ci presenta delle seconde possibilità; quanto sia importante  anche solo provarci, senza farsi assalire dalla paura di fallire; quanto sia importante fare le cose che ci rendono davvero felici e non farle solo per accontentare qualcun altro.
Ma il messaggio principale, secondo me, è quello che ci fa capire quanto l’amore possa cambiarci e renderci migliori; ma soprattutto quanto è importante la fiducia e l'amore per se stessi.

Per quanto mi riguarda, questo libro mi ha tenuta sveglia intere nottate (non perché mi facesse impazzire in maniera così eccessiva) perché la storia era tanto scorrevole che non riuscivo a smettere di leggere.
Ho letto solo due libri della Armentrout ed entrambi mi hanno fatto questo effetto e mi hanno fatto pensare “cavolo, potrebbero trarne una bellissima serie tv” (*pensieridiunaserietvdipendente*).
Quindi, si, probabilmente comprerò altri libri di questa autrice, e si pt.2, consiglio questo libro agli amanti degli YA. A tutti gli altri lo sconsiglio perché sicuramente lo troveranno trash dato che la scrittrice affronta problematiche di una certa entità inserite in un contesto meno serioso, che è la storia d’amore di due adolescenti. E siccome non voglio sentire queste lamentele...NON LO COMPRATE, STRONZI.
Comunque io ho amato la favola del coniglietto di velluto che Rider leggeva a Mallory per tranquillizzarla, quando erano bambini. E’ stata la parte più emozionante ed infatti lo sanno bene le mie ghiandole lacrimali. E’ per questo che vi saluto così:



«Che cosa vuol dire Vero?» chiese un giorno il Coniglietto di Velluto al Cavallino di Cuoio. «Significa avere dei meccanismi che ti ronzano dentro e una chiavetta per caricarti?»«Il tuo essere Vero non dipende da come sei fatto», rispose il Cavallino di Cuoio. «E' qualcosa che ti succede. Quando un bambino ti tiene accanto a sé per molto tempo, e tu sei per lui non solo qualcosa con cui giocare, ma qualcuno cui volere VERAMENTE bene, allora diventi Vero».«Fa male?» chiese il Coniglietto.«A volte», rispose il Cavallino di Cuoio, perché diceva sempre la verità. «Ma, quando sei Vero, non t'importa di provare dolore. Non succede di colpo», disse ancora il Cavallino. «Ci vuole molto tempo per diventare Veri, per questo capita spesso a quelli che si rompono facilmente o hanno degli spigoli taglienti o vanno maneggiati con cura. Di solito, prima di diventare Vero, avrai perso quasi tutto il pelo a furia di carezze, ti si saranno staccati gli occhi, le giunture non ti funzioneranno più e sarai bello malconcio. Ma di questo non t'importerà niente, perché quando sei Vero non puoi essere brutto, se non per quelli che non capiscono. [...]»




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