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venerdì 5 maggio 2017

Shatter Me, di Tahereh Mafi.



Ciao a tutti, lettori! (anche se al momento probabilmente solo all alone on my own, ma lalala non so come altro salutare)
Ho finito di leggere Shatter Me di Tahereh Mafi proprio ieri sera. Ho praticamente divorato gli ultimi capitoli *^*
MA non posso dire lo stesso del resto del libro, ahimè!
Partiamo dal presupposto che non so esattamente come parlarvi di Shatter Me senza fare degli spoiler.
Inoltre mi sarà difficile scrivere questo post perché il libro non mi ha colpita particolarmente.
In ogni caso penso che terminerò la trilogia, anche se purtroppo non ne sento l’urgenza come mi è capitato con altre saghe.
Lasciatemi credere che questo primo libro sia stato scritto per aprire le porte a qualcosa di più grande, quasi come se fosse un’introduzione, ecco.

Ma procediamo per gradi.



Valutazione★★★

Titolo: Shatter Me | Autore: Tahereh Mafi | Editore: Rizzoli | Prezzo: 16,00 € | Pagine: 394

Trama: 
264 giorni chiusa in una cella, senza contatti con il mondo, perché Juliette ha un potere terribile: se tocca una persona può ucciderla. A tenerla prigioniera è la Restaurazione, un gruppo militare che intende usarla come arma. Scappare è impensabile, finché nella cella di Juliette entra Adam, un soldato semplice che scopre di essere immune al suo tocco. Il loro incontro è la scintilla che accende una speranza, la chiave che potrebbe aprire mille porte. Perché la vita li chiama, oltre i muri della prigione.




Shatter Me è la storia di Juliette, una ragazza di diciassette anni che vive nella solitudine e nel disprezzo di se stessa. Sì, perché Juliette ha un potere: un suo solo tocco può essere fatale.
Temuta e considerata un mostro da tutti, anche i suoi genitori hanno ritenuto che fosse opportuno allontanarla; non l’hanno mai accettata e non le hanno mai dato un briciolo di affetto. Così, Juliette viene isolata e reclusa nella cella di un manicomio.
E’ sola, spaventata e furiosa del fatto che quella maledizione, che quel corpo appartenga proprio a lei. Un corpo che non può essere toccato e che non può toccare senza provocare dolore.

“Ho cercato di migliorare, sempre, ma non ho mai capito come fare. Solo ora so che gli scienziati si sbagliano. La terra è piatta. Lo so perché sono stata gettata oltre il ciglio, e ho trascorso diciassette anni sforzandomi di restare aggrappata. Per diciassette anni ho cercato di issarmi oltre quel ciglio, ma è quasi impossibile sconfiggere la forza di gravità quando non c’è nessuno disposto a darti una mano. Quando nessuno vuole correre il rischio di toccarti.

Oltre le quattro mura della sua cella, Juliette osserva come la vita continui a scorrere attraverso una piccola finestra: quello che vediamo, insieme a lei, è una una sorta di versione futura del nostro pianeta, in cui l’inquinamento e l'eccessivo sfruttamento di Madre Natura da parte dell’uomo hanno portato ad una sconvolgente perdita di risorse naturali. Neanche gli animali riescono più a sopravvivere.

“Ci sono meno alberi rispetto al passato, dicono gli scienziati. Dicono che un tempo il nostro pianeta fosse verde. Che le nuvole fossero bianche. Che il sole irradiasse il giusto tipo di luce. Ma conservo ricordi sbiaditi di quel mondo. Non ricordo granché di ciò che c’era. L’unica vita che conosco è quella che mi è stata concessa. Un’eco di ciò che è stato.”

Il governo ora sta nelle mani di un partito militare, la Restaurazione, che promette riportare la normalità, ma il cui vero scopo è quello di distruggere definitivamente tutto quello che di buono è rimasto, fare una tabula rasa, e solo allora ricostruire da zero una nuova civiltà.


“Inceneriscono la cultura, la bellezza che risiede nella diversità. I nuovi cittadini del mondo non saranno altro che numeri: facilmente interscambiabili, facilmente rimovibili, facilmente annientabili in caso di disobbedienza. Abbiamo perso ogni umanità.”

Ad interrompere i 264 giorni di solitudine di Juliette è l’arrivo di un ragazzo che viene sbattuto in cella con lei.
Adam è letteralmente piombato nella sua vita portando un barlume di speranza con i suoi bellissimi e familiari occhi blu: infatti Adam è immune al tocco mortale di Juliette.
Sarà capace di farle capire che anche lei merita di essere amata; non la vuole tenere alla larga come tutti, non la vede come un mostro, come un’arma, come un fenomeno da baraccone da esibire. Adam, saltando fuori dal passato di Juliette, è il primo che riesce a vedere oltre quella pelle così estremamente velenosa.

Improvvisamente, però, Juliette viene liberata dalla sua prigione da Warner, esponente della Restaurazione. Affascinato, quasi ossessionato, dalla condizione della nostra protagonista, Warner ha grandi progetti. Vuole utilizzarla per disseminare paura nelle folle di ribelli, vuole farle acquisire potere, vuole tenere il mondo in pugno ma attraverso le mani letali di lei.
Juliette cercherà di opporre resistenza ai meccanismi malati della mente di Warner, e insieme all'aiuto di Adam forse riuscirà a scoprire che quella che ha sempre considerato una maledizione potrà rivelarsi una salvezza.

“Ma l’amore che percepisco tutto attorno a me sta sciogliendo il ghiaccio che avevo dentro. Mi sento umana. Forse potrei davvero trovare il mio posto nel mondo. Forse non sono destinata a diventare un mostro. Forse non sono un mostro. Forse le cose possono cambiare.”

                                            
La copertina è SPETTACOLARE. Stop.
La storia mi ha affascinata.
Lo stile della scrittrice è particolare, in senso positivo senza ombra di dubbio; è articolato in modo tale da farci comprendere ogni singolo pensiero, sensazione, emozione provata da Juliette (cosa che ho apprezzato tantissimo). Mi sembrava di stare nella sua testa.
Infatti, oltre che ad essere un distopico originale e ad avere quasi come fulcro una dolcissima storia d’amore che ho adorato, questo libro è fortemente legato al lato introspettivo della nostra protagonista, trattato a regola d’arte in ogni singola pagina. A questo scopo la Mafi si destreggia nell’utilizzo di svariate figure retoriche e tecniche narrative per tutta la lunghezza del libro (come la ripetizione di una determinata parola per richiamare una specifica emozione, o le frasi sbarrate che rappresentano i pensieri più profondi che Juliette cerca di reprimere).
Però, ragazzi, il troppo stroppia. Per me i primi capitoli sono solo un ammasso di metafore. Mi innervosiva leggerne così tante, una dietro l’altra.

Proseguendo con i capitoli, però, sono andate diminuendo portando un certo equilibrio tra il flusso dei pensieri di Juliette e la narrazione dei fatti. A quel punto sì, che ho iniziato ad apprezzare la lettura. La storia però scorre abbastanza lentamente per i miei gusti, difatti ho sentito ansia e preoccupazione per i personaggi solo verso la fine.
Inoltre quando seppi dell’uscita di Shatter Me, lessi che ricordava un po’ la storia degli X-Men, quindi mentre proseguivo la lettura ero lì a domandarmi “ma dove? ma quando?”.  Alla fine, però, ho capito a cosa si riferissero.
Ora, essendo io una grandissima amante degli X-Men e di tuuuuutto l’universo Marvel, posso dire che questo richiamo non mi ha affatto disturbata, anzi, per me è stata una svolta positiva ad un libro che era partito proprio col piede sbagliato.

Juliette è un personaggio interessante, curato nei minimi particolari, e ancora adesso sento riecheggiare nella mia mente i suoi pensieri.
Adam…oh, Adam l’ho amato. 
E’ il mix perfetto di coraggio, intelligenza, forza e dolcezza. E’ così premurooooso. Mi ha fatta sciogliere. Però sento di volerne sapere di più sul suo conto.  E…datemi un Adam. Ora.
Comunque vi confesso che non riuscivo a fidarmi di lui. Sarà che ero proprio entrata nella testa di Juliette ahahhahahaah fatto sta che fino alla fine ero tipo “ora si rivela uno stronzo con qualche secondo fine”, e invece no. Meglio così, perché mi sarebbe caduto dal cuore.
E Warner…ragazzi, forse sono un po' psicopatica anche io, ma non sono riuscita ad odiarlo. Mi ha fatto tenerezza sin da subito. Sarà anche il cattivo della storia, ma secondo me in fondo non lo è. E anche quanto ho letto di lui non mi è sembrato abbastanza.
Un’ultima cosa: Kenji è stata una ventata di serenità in questo libro così ricco di angoscia, quindi spero che negli altri libri sia più presente.

In conclusione quindi non voglio espormi al 100% perché voglio prima capire se vale davvero la pena leggere questa trilogia. E voglio anche dire che nonostante l’intoppo col groviglio di metafore che ho trovato a inizio libro, alcune le ho trovate davvero meravigliose e non ho potuto fare a meno di sottolinearle. Vi cito qui sotto quelle che mi hanno colpita più di tutte e vi mando un saluto.
Bacini.

“I suoi occhi sono una mezzanotte malinconica e carica di ricordi, l’unica finestra che affacci sul mio mondo.”

“La luna è una compagna fedele. Non va mai via. E’ sempre di guardia, risoluta, ci conosce con il buio e con la luce, e come noi è in continua trasformazione. Ogni giorno è una versione diversa di se stessa. A volte tenue e pallida, altre intensa e luminosa. La luna sa cosa significa essere umani. Insicuri. Soli. Butterati dalle imperfezioni.






2 commenti:

  1. Ciao ❤️ Finalmente! Blog carinissimo e post interessantissimo!! Sono contenta che tu l'abbia fatto!! ❤️❤️❤️ ti voglio bene

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    1. Grazie Maryyyy *___* Ti voglio tantissimo bene anche io ❤️❤️❤️

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